I ricami erano bordure ornamentali, ovviamente geometriche, per orli e maniche di abiti maschili e femminili.
Nel Rinascimento il punto croce si diffonde in tutta l'Europa, diventa una delle basi dell'educazione femminile, favorita dalla chiesa, grande "consumatrice", per i propri paramenti, di ricami di ogni genere. Nel Rinascimento nasce il sampler, o marquoir o imparaticcio: un pezzetto di stoffa su cui le ragazze, o meglio le bambine, per esercitarsi ricamano greche, fiori e simboli religiosi.
Nei paesi anglosassoni si chiamano sampler dal latino exemplum, ossia esempio; in Francia, marquoir, da point de marque, nome dato al punto croce perché serviva a marcare, ossia a siglare con un iniziale, la biancheria. Da noi si chiamò imparaticcio, da "imparare".
Gli imparaticci rimangono nel patrimonio di famiglia per generazioni e generazioni, accumulandosi e venendo a formare vere "enciclopedie" da consultare per trovare il motivo più adatto al lavoro del momento. Li troviamo menzionati anche nelle opere di Shakespeare, come oggetti diffusi e di uso comune. Sono quasi sempre di lino, ricamati con fili di seta o di lana, spesso colore su colore, perché il cotone è ancora rarissimo in Europa e i colori in commercio pochissimi. I disegni sono disposti a caso e i sampler non hanno certo quell'aspetto di "quadro" che avranno in seguito.
Nel 1500 cominciano a circolane i primi schemi stampati. Vengono soprattutto dalla Germania e dall'Italia e nel 1586 si pubblica in Francia addirittura un libretto, "La clef des champs", con motivi di fiori e d'animali stilizzati che s'ispirano all'Oriente e ai simboli araldici.
Net 1600 scoppia la "rivoluzione rossa", una rivoluzione assolutamente pacifica provocata dall'arrivo in Europa, provenienti dalle terre d'America, di nuovi coloranti naturali, economici e facili da usare, che permettono di tingere i fili di rosso. E tutti i ricami a punto croce diventano rossi su fondo bianco. Intanto le donne cominciano ad imparare a scrivere e l'imparaticcio con uno, due, tre, fino a sei alfabeti diversi, è un modo per esercitarsi. Attorno alle lettere, fiori e soprattutto simboli sacri (perché è nei conventi che s'impara a leggere) disposti in bell'ordine: l'imparaticcio comincia a prendere forma di quadro. Nel 1700 i disegni si ingentiliscono e si complicano, non più stilizzati ma realistici, e nella seconda metà del secolo appaiono i primi "paesaggi". Siamo arrivati così all' 800, "l'età d'oro" del punto croce.
Favorito dallo sviluppo dell'industria tessile (che mette a disposizione tele di cotone e fili in tantissimi colon) e dalla diffusione dei giornali femminili e soprattutto dagli schemi colorati a mano su base quadrettata prodotti dalle tipografie di Berlino (da qui si spargono in tutt'Europa; nel 1840 si conta che ne siano già stati pubblicati più di 14.000).
Il Romanticismo imperante influisce sulla scelta dei soggetti, delle frasi riportate nei sampler e dei colori (ma attenzione, per "siglare" o decorare la biancheria si continua a preferire il rosso che resiste meglio ai lavaggi). Si producono per la prima volta i canovacci Penelope che con la loro trama particolare invogliano a ricamare anche a piccolo e mezzo punto, parenti strettissimi del punto croce (questo ricamo "tappezzeria" avrà una diffusione eccezionale soprattutto nell'Inghilterra della Regina Vittoria). Nel 1886, Thérèse de Dillmont, aristocratica viennese già membro dell'Accademia del Ricamo dell'imperatrice Maria Teresa, e fondatrice di una scuola di ricamo con atelier e pubblicazioni, si associa a Jean Dollfus, grande imprenditore tessile la cui azienda, la DMC, è arrivata intatta fino a noi. Materiali, schemi e addirittura l'enciclopedia di Thérèse entrano in ogni casa d'Europa e degli Stati Uniti dove mogli e figlie d'emigranti hanno portato la passione per il punto croce. Dell'enciclopedia di Thérèse, tradotta in diciassette lingue, si vendono due milioni di copie cifra inimmaginabile per l'epoca. Ma la fine del secolo segna anche la fine del punto croce. Improvvisamente non più di moda, sparisce dai corredi e dai salotti per restare solo, ancora per qualche anno, nelle scuole.
Le donne, ai primi del '900, gli preferiscono altri punti più liberi che permettono di copiare le volute e gli svolazzi dei motivi Liberty, ed è inoltre iniziata la moda dell'intaglio che durerà, con alti e bassi, fino alla seconda guerra mondiale.
Ma, soprattutto, la donna impegnata nelle grandi lotte del secolo che la devono portare alla parità giuridica e morale con l'uomo non ha più tempo né voglia di ricamare, anzi un po' si vergogna di quest' attività "troppo" femminile.
Settant' anni di oblio e poi eccoci agli anni '80; la donna raggiunta l'ormai indiscussa parità, può permettersi di tornare a cercare gli amori perduti. Ed è di nuovo colpo di fulmine e amore a prima vista. Rieccolo, il punto croce, rientrato alla grande nella nostra cultura e di nuovo testimone, come nei secoli scorsi, di abitudini, tradizioni, stati d'animo, evoluzioni…